Futuro delle protesi: la mano bionica

I progressi nel campo della medicina a volte passano del tutto inosservati sebbene siano forse le notizie più importanti da comunicare alle masse.

Invece sembra che ogni tanto i progressi medici non ricevano l’attenzione che meritano e spesso vengono rilegati sul fondo delle pagine, alla fine dei telegiornali o si ritagliano la propria importanza sulle riviste specializzate anche quando ci sono scoperte rivoluzionarie.

Infatti non tutti sanno che è stata progettata una protesi bionica in grado di ricevere impulsi direttamente dal cervello e di trasmettere sensazioni tattili.

No, non siamo finiti tutti in un romanzo di fantascienza cyberpunk, questa mano bionica “sensibile” è stata davvero creata ed è il risultato di un progetto italiano al quale hanno partecipato diverse università e policlinici.

Lo sviluppo delle protesi bioniche in realtà è già in atto da diversi anni, il vero progresso di questo progetto è il recupero delle sensazioni sensoriali del paziente che è davvero una cosa a dir poco “fantascientifica”. Eppure è reale, esiste e probabilmente tra qualche anno questo tipo di protesi verrà reso effettivamente accessibile da tutti i pazienti amputati, migliorando la qualità della loro vita.

Un’operazione difficile, ma che ha dato ottimi risultati

Per utilizzare a pieno questa nuova mano bionica “sensibile” il paziente deve effettuare diversi esercizi per tornare a sentire la differenza tattile tra gli oggetti, se pesanti o leggeri e addirittura se duri o morbidi, applicando una forza non tanto più debole di quella che si applicherebbe con una mano normale.

Ovviamente l’intervento per poter impiantare la mano bionica nel paziente è durato più di otto ore, perché per collegare il sistema nervoso del paziente alla protesi si è dovuto inserire quattro elettrodi nei nervi del braccio, oltre a dover sviluppare degli algoritmi per mandare al cervello le informazioni provenienti dalla protesi artificiale.

Non proprio un’operazione semplice da fare e che sicuramente rimarrà in fase sperimentale per del tempo indefinito, ma rimane comunque un passo da gigante nel campo medico.

Si potrebbe fare anche di più?

Pensiamo a come potrebbe essere il prossimo futuro se questa scoperta venisse elaborata e portata avanti anche per altre parti del corpo. Si potrebbe tornare a camminare come se si avesse di nuovo entrambe le gambe o addirittura impiantare braccia bioniche sui pazienti amputati il che restituirebbe loro una grandissima parte di vita perduta.

Se si andasse ancora più avanti si arriverebbe anche a creare organi artificiali che potrebbero sostituire quelli danneggiati in modo da trattare malattie altrimenti incurabili, anche se questo sembra davvero un futuro parecchio lontano.

Probabilmente se venissero investiti più soldi nella ricerca medica invece che in altri campi molto meno importanti per l’esistenza umana si arriverebbe a poter usufruire di cure e rimedi rivoluzionari in davvero poco tempo, ma vista l’importanza che spesso si da a notizie del genere e della difficoltà che i ricercatori devono affrontare in alcuni Paesi c’è da chiedersi quanto si voglia davvero andare avanti nel campo della medicina.